Una volta si diceva photoshop ora si dice AI

Martedì 14 Novembre 2023

Nell’ormai lontano 2014 scrivevo che i fotografi sono come banane perché, per capirne la bravura, vanno “sbucciati” dall’equipaggiamento, dal ritocco e anche dal soggetto. Mi spiego meglio: per valutare le capacità di un fotografo non è il caso di basarsi sulla qualità delle immagini che produce, su quali strumenti usa per ritoccare le fotografie o su quali soggetti sceglie di fotografare. Oggi magari aggiungerei che non bisogna nemmeno contare i likes che riceve, cosa che purtroppo è diventato lo sport di tanti direttori artistici, per la gioia di tutti i nuovi creativi che, per questo motivo, non saliranno mai su un palco di una fiera. Ma non divaghiamo.

A distanza di quasi dieci anni gli strumenti a disposizione sono molti di più come ad esempio il LIDAR, il 3D, i droni e le IA generative. Alcuni di questi strumenti danno un facile accesso a chiunque a ciò che fino a pochi anni fa era terreno per pochi eletti.

Tutte queste cose sono proprio come pistole: puoi usarle per ammazzare qualcuno o semplicemente per divertirti al tiro a segno. Se negli scorsi anni è stato photoshop ad essere il capro espiatorio della brutta fotografia, adesso questo ruolo è stato ereditato dalle IA.

“Questa foto è tutta photoshoppata” oggi si traduce con “tutto merito della IA”: insomma non è cambiato nulla, se non il nome di chi si presume che abbia ammazzato la vera fotografia.

A distanza di dieci anni da quelle riflessioni voglio fare un passo indietro: prendo la banana, la ricompongo e la guardo nel suo insieme. In fondo c’è chi ha scelto di spendere soldoni in equipaggiamenti all’avanguardia, c’è chi ha scelto di concentrarsi sul marketing, c’è chi s’è abbonato ad una AI generativa.

Indipendentemente da quanti strumenti si padroneggiano, ogni fotografo che si muove verso i risultati che desidera è sulla strada giusta. Il problema è semplicemente di chi si ingozza di tutto, tanto poi è chi guarda la foto che finisce seduto sul cesso.

Molta gente mi dice che le foto che faccio sono già buone così come escono dalla macchina. A me va benissimo, so che non ho abbastanza tempo da dedicare ad ogni singola foto oltre al tempo impiegato a scattare. Tutto il resto lo faccio solo se è un divertimento extra. Non sono mai riuscito ad usare le IA, se non per piccoli ritocchi: chiedendo di più spesso si ottiene un risultato molto diverso dalle proprie aspettative.

Invece con photoshop si può andare pixel per pixel a modificare il risultato: in quel caso il mio limite è sempre stato prima dell’alterazione dei connotati. I filtri che modificano i lineamenti fanno danni reali a molti soggetti e purtroppo qualcuno non ha scrupoli in tal senso, instagram in primis. In realtà è proprio il 3D che mi affascina ed è quello che amo di più perché concretizza il mondo intorno al personaggio che sto ritraendo, ma facendo due conti, lavorare con questi strumenti richiede risorse eccessive rispetto al risultato. Come dico sempre: oggi una foto dura il tempo di uno swipe.


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