Ogni giorno arrivano nuovi strumenti nel mondo della IA generativa, al punto che ormai Midjourney è già roba vecchia. Quando i disegnatori hanno iniziato a lamentarsi del plagio delle loro opere la mia posizione è sempre stata molto scettica. Ognuno di noi ha imparato imitando, o peggio ricopiando, opere esistenti. Nel mondo del digitale il concetto di vero e falso si affievolisce ulteriormente, al punto che il limite del plagio si può contare in pixel: se le differenze sono abbastanza, allora il contenuto è “originale”.
Oggi ho chiesto ad una IA di rifare una mia fotografia limitando al minimo le variazioni rispetto all’originale. Ho mantenuto inquadratura, posa, luci. Tutto è pressoché uguale o molto simile all’originale, eppure il risultato finale è molto diverso. Si sono persi tutti gli errori e le imperfezioni: il pavimento non ha polvere, la pelle è perfetta, l’abito non è stropicciato.
Ora mi chiedo se l’opera è ancora mia, se traspare il mio io da quello scatto digitale, o se sono stato cancellato insieme a tutte le imperfezioni che l’AI ha rimosso.
« | Indext | » |