Sono tornato al Festival Del Fumetto dopo dieci anni di assenza e quindi colgo due minuti per fare qualche considerazione post fiera. Mi ricordo l’edizione del gennaio 2014 dove c’erano enormi pozzanghere ghiacciate nel parcheggio: a distanza di dieci anni c’è rimasto solo un pò di fango, sempre al prezzo di due euro. Asfalto gratis rimane uno slogan adatto a Cancarlo Pravettoni e ai padiglioni di fiere limitrofe ad altri aeroporti milanesi.
Ma capisco che non si giudica un vestito solo dalle scarpe, quindi parliamo un pò dei padiglioni. La distribuzione degli stand mi è piaciuta: il grande capannone cilindrico che un tempo era spazio libero e zona ristoro ora è completamente pieno di espositori, sufficientemente distanziati e con ampi spazi di passaggio. La temperatura all’interno è stata buona, nonostante il freddo fuori si facesse sentire. La zona antistante il palco era ampia, gestita come una piazza, con gli spazi delle associazioni tutte intorno. L’ho trovata molto fruibile nonostante l’enorme ressa delle ore di punta. Molto meno fruibili invece i bagni: code di almeno un quarto d’ora per buona parte della giornata. Tempo tollerabile per un visitatore, molto meno per un espositore.
L’ampio parco esterno, che tira più persone di un concerto di Giorgio Vanni, è fruibile per tutta la durata della fiera. Purtroppo in alcune edizioni i cosplayers criticano aspramente l’organizzazione per aver permesso l’ingresso alla pioggia. Confido che presto garantiranno alberi in fiore, cielo sereno e 20 gradi anche nell’edizione di gennaio. L’inverno in cosplay da primavera vincerebbe il premio del contest per il miglior cambiamento climatico.
Questo evento è il trionfo dei cosplayers: non si viene per gli ospiti, per il contest o altro, lo si fa per incontrare gli amici. Puoi morire in qualsiasi momento dell’anno, ma loro se ne accorgono solo se manchi a Novegro. Se invece ci sei stato se ne accorgono il giorno dopo commentando sui social con un “ah, ma c’eri anche tu”?
Io ammetto che sono rimasto in zona palco per quasi tutta la durata della manifestazione. In effetti avendo una memoria di mer… hem…, mi sono ricordato del parco solo nel pomeriggio di domenica. Sono rimasto stupito della quantità di gente sparpagliata nei campi in stile woodstock. Tutti accompagnati da fotografi con sistemi d’illuminazione più o meno appariscenti, segnale che mi fa supporre si trattasse di set ben organizzati. Ma chi vorrebbe un set a pagamento, dentro un evento a pagamento, in un enorme campo di calcio… Capitan Tsubasa? Eppure di Oliver Hutton non ne ho visti. Ve lo dirò senza peli sulla lingua: date dieci euro in più al fotografo ma fatevi un set come si deve in una bella location; quando venite in fiera, godetevela!
D’altronde il Festival Del Fumetto è una fiera dalla quale non si vorrebbe mai andare via, io ad esempio ci ho messo novantacinque minuti solo per uscire dal parcheggio.
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