Anni fa scattavo gratuitamente foto cosplay in fiera e le mostravo nel mio sito internet dove sfruttavo i banner pubblicitari di Google per portare a casa qualche euro senza chiedere nulla ai soggetti che volevano le foto. Un bel giorno il servizio di annunci offerto da Google mi viene negato: "contenuti non adatti alle inserzioni".
Recentemente ho pubblicato sui social un album di alcune foto cosplay scattate in fiera a Rimini ed è stato tutto rimosso: motivazione "servizi sessuali". Insomma, le foto di alcuni cosplay esibiti in fiera sono al limite della censura mentre i video di ragazzine che twerkano in perizoma si possono trovare tranquillamente ovunque.
Siamo in una società che fatica enormemente a distinguere i contenuti sessuali da altre forme espressive e applica la censura a tutto ciò che non si allinea ai suoi "valori morali". Stessa cosa vale per il BDSM: se posto una foto di soggetto vestito con i polsi legati vengo censurato, ma se posto qualcuno che succhia un wurstel tutto va bene.
Il peggio è che la censura finisce nel momento in cui posto gli stessi contenuti in uno spazio a pagamento. Sto iniziando a pensare che l'imposizione di non postare gratuitamente contenuti particolari da un lato serva per mantenere l'utente medio nella sua ignoranza e dall'altro serva per tutelare il "commercio": il sesso è merce e offrirlo gratis è concorrenza sleale.
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