C’era una volta un ramo…

Mercoledì 27 Gennaio 2021

Ho un bel giardino, ma a volte può essere impegnativo tenerlo in ordine, soprattutto se sono presenti alberi di una certa importanza. Nel dubbio che arrivi qualche nevicata significativa o che in primavera vengano a farmi visita le processionarie ho deciso di mettere in sicurezza le piante eliminando i rami più sporgenti. Per fare questa operazione in rapidità e sicurezza pensavo di utilizzare una piattaforma a braccio da collocare per un paio d’ore sulla sede stradale.

Ho quindi avvisato i vigili urbani del mio piccolo comune di campagna per segnalare questa attività. Il giorno dopo mi hanno ricontattato per dirmi che, occupando il suolo pubblico, avrei dovuto inviare domanda all’ufficio per il commercio.

Ho quindi verificato online tutti i regolamenti del caso e ho trovato la modulistica necessaria per fare la richiesta. Mi sono fermato quando ho notato che la domanda doveva essere presentata con due marche da bollo da 16 euro cad.

Aldilà del costo, la presenza di una marca da bollo significa dover presentare la domanda in cartaceo e, ai tempi del COVID non è così immediato.

Dopo aver spulciato senza successo tra tutte le esenzioni possibili dalla marca da bollo, leggo che è possibile presentare la domanda via PEC a patto di pagare l’imposta tramite F23.

Nel dubbio che il mio Comune non “sia attrezzato” per gestire questa cosa ho pensato di recarmi agli uffici negli orari indicati nel sito. Chiuso per COVID.

Contatto quindi il centralino, supero i codici per l’accesso all’interno che mi sembrava più indicato per la mia richiesta e parlo con un’impiegata che mi segnala di prendere appuntamento. Purtroppo la persona con la quale dovrei prendere l’appuntamento non è in ufficio nel momento in cui chiamo, ovvero lunedì pomeriggio.

Richiamo martedì mattina, trovo il contatto che però “si occupa della potatura ma non dell’occupazione suolo”. Mi passa un altro interno che alle mie domande risponde con un “non lo so perché sono appena arrivato”. Così gli spiego io il regolamento indicando nello specifico la pagina e il comma per il quale l’occupazione temporanea di suolo pubblico per potatura piante non richiede il pagamento della concessione.

Mi ringrazia e mi informa che che comunque la domanda va presentata con foto e planimetria dell’area, quindi mi invita a prendere appuntamento con l’ufficio protocollo.

Dal momento in cui ho mandato la PEC con la richiesta ai vigili urbani sono passati tre giorni, me ne serviranno almeno un paio per ottenere udienza all’ufficio di protocollo. Aggiungiamo altri sette giorni di preavviso per la domanda che deve indicare anche il giorno in cui avviene il taglio e che, ovviamente, sarà subordinato alla disponibilità della piattaforma. Non trascuriamo tutto il tempo che ho perso per cercare e leggere i regolamenti e quello che mi servirà per compilare la domanda, scattare le foto e allegare le planimetrie. Direi che ho abbondantemente sforato il mio budget.

Fortunatamente leggendo i regolamenti ho scoperto che l’obbligo di taglio c’è solo per i rami che sporgono sulla strada ad altezze inferiori a 3-4 metri e non è il mio caso.

In conclusione direi che la vera potatura non andrebbe fatta agli alberi, ma per quanto riguarda loro mi resta solo una domanda: CHI ME LO FA FARE!?


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