Come ogni giorno anche oggi stavo percorrendo il solito tratto di autostrada, lungo una ventina di chilometri, che mi separa da casa. Essendo alla guida non posso non notare i vari modi di procedere di chi viaggia accanto a me, ma dopo tanti anni nel traffico, ho capito che quel percorso non è altro che lo specchio del modo di pensare della gente: ogni veicolo racconta qualcosa del paese in cui viviamo.
I primi che si incrociano sono sicuramente i veicoli più lenti. Alcuni di questi stanno ordinati occupando la corsia di destra, ma la maggioranza si piazza nel centro indipendentemente dalle condizioni del traffico o dalla velocità scelta. Non penso che questa distinzione corrisponda ad una categoria sociale: non posso dire che i primi siano impiegati e gli altri imprenditori o vice versa, ma riesco facilmente ad immaginare la quotidianità di chi è abituato a prendersi quello che c’è senza troppi scrupoli nei confronti di chi gli sta intorno. Questa è proprio la categoria perfetta per rappresentare l’italiano medio.
Proseguendo il mio viaggio noto sulla terza corsia un’auto che mi sorpassa con una velocità leggermente superiore ma rispettando comunque i limiti di quel tratto di strada. Subito dietro viene incalzata da un’altra auto di grossa cilindrata che la costringe a rientrare: esattamente come chi è disposto a tutto per accrescere la propria posizione e non esita a passare davanti a chi ha lavorato con serietà e pazienza cercando di ottenere qualcosa in più dalla vita.
Dallo specchietto noto movimenti strani e in un attimo arriva quello che non considera le corsie e le fa a zig-zag incurante di qualsiasi regola o norma di sicurezza. Mi chiedo se magari è proprio lo stesso tizio che ha scaricato il vecchio televisore nel fosso vicino a casa.
Ci sono quelli che ti sorpassano già sulla corsia d’immissione, quelli che piuttosto che stare in coda usano la corsia d’emergenza, quelli che vogliono imboccare una svolta all’ultimo secondo e quelli che tentano la retro perché la sbarra non si è aperta.
In parole povere questo paese vive su tre corsie: una per i rassegnati, una per gli ignoranti e una per i furbi.
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