Domenica 10 Agosto 2025

Il mondo cosplay è sempre più amaro

Nel mondo del cosplay c'è un lato oscuro che in molti non vedono, fatto di mancate promesse e poco rispetto per il lavoro altrui. Vi racconto le mie ultime esperienze: sia al castello di Brescia che al Monzacon c’è stato chi mi ha impegnato a lungo per farsi fotografare e non è mai passato a vedere le foto. Qualcuno, anzichè spuntare “acconsento al fotografo l’uso della mia immagine” ha scritto “ma anche no”, quindi? Tenuto conto che non chiedo compensi, mi spiegate cosa vi ho scattato a fare se non posso usare le foto che ho fatto? Allora ditemi che non volete scattare con me e fine. Possibilmente però evitate di fare come quella tizia che anni fa mi ha risposto che non scattava con me perché sono troppo vecchio. Non so, forse aveva capito un’altra parola simile a “scattare”...





Le richieste di photoset che si perdono per strada: nell’ultimo anno ho contate 58. Gente che viene a scriverti in privato per scattare un determinato personaggio, ma quando chiedi “quando vorresti scattare” ti dicono “appena finisce la scuola”, “appena torno dalle ferie” e spariscono. Li ricontatto io? No, faccio lo stesso set con un altro cosplayer di cui mi fido. Fine. Solo per Angel Dust recentemente ho fatto due o tre set, ma se tutti fossero andati a buon fine sarebbero stati almeno il doppio.





Poi ci sono quei cosplayers che pagano i set e passano anche da te a scattare gratis. Ma perché? Sono filosofie completamente diverse: se avete scelto un fotografo a pagamento per avere delle certezze in più, che senso ha poi venire a chiedere altre foto gratis? Non siamo un buffet dove prendi quattro fette di torta e, quando ti stufi, butti gli avanzi nel cestino.





Alcuni organizzatori di fiere ragionano nello stesso modo: in uno degli ultimi eventi che ho fatto, lo spazio che avevo lo scorso anno è stato dato ad un fotografo a pagamento e, mentre lui ha avuto anche il soggiorno spesato come ospite, io e gli altri fotoamatori ufficialmente ospitati, siamo stati abbandonati sotto al sole senza nemmeno una bottiglietta d’acqua.





Ad esempio perché dovrei entrare come fotografo al Sigurtà pagando prezzo pieno, quando potrei andarci in un qualsiasi altro giorno dell’anno e organizzare un set con più calma e senza gente intorno che ti scatta alle spalle o che importuna il soggetto?





E’ ormai un atteggiamento comune: si fanno le solite quattro fiere che vanno di moda indipendentemente dall’offerta o dagli ospiti, solo perché ci vanno tutti. Ma non sarebbe meglio privilegiare quelle che offrono gratuitamente spazio agli artisti? Quello per me è l’unico vero valore di fiere che per il resto sembrano solo copiarsi a vicenda. Invece la solita filastrocca è “vado perché ci vanno i miei amici”. Nei fatti si va a fare passerella indossando cosplay di moda, spesso solo perché hanno un abito carino, non certo perché c’è un reale interesse nell’ interpretare quel personaggio. Amici in cosplay? No, piuttosto sono cosplay di amici: è tutta una recita dove sono tutti pronti a venerarti se hai qualcosa da offrire, gli manchi sono quando hanno bisogno e ti rinnegano per un briciolo di visibilità non appena non servi più.





Lo stesso copione ovviamente vale anche nel mondo dei fotografi, come se non bastasse già la concorrenza che deriva dalla possibilità di portare a casa due spicci. Gente che arrotonda nascondendosi dietro la prestazione occasionale ma si pubblicizzano sui social come pro.





Dopo tutti questi anni non posso nemmeno fare affidamento sull’ignoranza per tutelare la mia serenità. Mentre altri ancora si chiedono se si può mettere uno stativo in un parco senza occupare il suolo pubblico, io sfioro la demenza cercando di capire se un petto può essere bannato dai social in base all’identità di genere del soggetto ritratto. Ne vale ancora la pena?


«Indext»