Martedì 21 Ottobre 2025

L'Alterazione Fotografica: Storia di un'Ossessione

Tanti anni fa la fotografia era qualcosa appannaggio di pochi. Il risultato finale dei propri scatti era una stampa o una diapositiva e il rullino, se pur indispensabile, era solo un passaggio intermedio.

Si ritoccava: lo si faceva magari con la china, andato a disegnare con maggior precisione alcuni dettagli direttamente sulla stampa. Lo si poteva fare anche in fase di sviluppo usando ad esempio delle maschere per variare l’esposizione solo in alcune aree del fotogramma. Lo si faceva anche in fase di scatto, con particolari filtri o addirittura collocando della vaselina intorno alla lente. C’era chi sfruttava esposizioni multiple e lightpainting per creare scene impossibili.

In sintesi, la "realtà" riprodotta dal fotografo non coincideva quasi mai con la nuda e cruda verità: era sempre un atto interpretativo.

Sono passati molti anni da quei tempi e nulla è cambiato, tranne i mezzi per farlo e la loro disponibilità. La pellicola è diventata digitale, il ritocco digitale e anche il mezzo di divulgazione è digitale.

Nello stesso modo con cui l’avvento degli smartphone ha “rotto” i fotografi, l’avvento della IA ha “rotto” photoshop. Nell’era in cui ci stiamo addentrando chiunque può creare qualsiasi contenuto. Il fotografo sopravviveva evolvendosi in graphic designer e videomaker, alla ricerca di nuove skills per distinguersi, ma ora anche questo non fa più la differenza.

Siamo i DVD alla soglia dell’era dello streaming: pensiamo di essere meglio delle videocassette, ma servirà solo ad ottenere un ripiano più alto in soffitta.

Ci addentriamo nel pieno dell’era delle AI generative, inutile stracciarsi le vesti urlando che oggi è tutto falso: lo è sempre stato. Non resta che chiedersi: in quest’epoca cosa ci rende veri?


«Indext»