Oggi mi passa davanti un video di una ragazza che si lamenta che nelle fiere del fumetto non si trovano più i fumetti. Chi vorrebbe ancora andare all’Ata Hotel di Milano a passare le giornate rovistando negli scatoloni.
Forse non ve l’hanno detto: c’è internet. E se proprio vuoi fare il cosplay di Indiana Jones vai alla fiera dell’antiquariato e magari lì con un po ' di fortuna il tesoro ancora lo trovi.
Le schiene degli espositori ringraziano, che non devono caricare il furgone con bancali di carta ogni weekend.
Diciamoci la verità, il pubblico delle fiere non è più quello. Anche quel grande parco che ogni anno chiamava a raccolta le famiglie per il suo magico evento ora si rivolge ai cosplayer: vieni da noi a farti tante belle foto.
Sono loro che in fiera hanno scelto il portachiavino da tre euro anzichè la stampa da quindici, e anche l’artist alley si adegua di conseguenza.
Non critico chi porta un Rocco in fiera, perché per coerenza dovrei criticare anche chi porta un Adrian che ci parla di astronomia o ancora meglio chi tira fuori dal reparto di geriatria colei che con un “paripampù” ha ucciso per più di un decennio tutte le melodie originali che accompagnavano i cartoni animati.
E come ci si può lamentare di chi ti spiega nel bene e nel male cosa significa vendere il proprio corpo su Onlyfans, quando il pubblico sono ragazzini vestiti perlopiù da personaggi di un’opera vietata ai minori?
E la guerra vera oggi è proprio questa: Hazbin Hotel vs Genshin Impact, o meglio il mondo dell’animazione contro il mondo dei videogiochi. Chi tifa fumetto di battaglie ne ha perse tante partendo da Cartoomics, ma se in guerra tutto è lecito, quando ti accorgi che la penna non ferisce quanto la spada, si combatte a mani nude, anzi, a corpi nudi…
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