Non so voi, ma io da agosto inizio la mia nuova stagione fotografica. Solitamente questo è un periodo di riflessione, ma soprattutto di revisione per quello che è il mio modo di scattare in fiera, al netto dei risultati ottenuti.
Devo dire che nell’ultimo anno ho visto le situazioni più strane: persone che mi hanno chiesto di scattare ma che poi non hanno mai chiesto le foto che ho fatto, persone che si sono lamentate perché la loro foto non è stata pubblicata sui social e altre persone che si sono lamentate dell’esatto contrario.
Problema: per poter fare la post-produzione ho bisogno di sapere chi è il soggetto della foto e dell’effettivo interesse per la foto scattata. Questo rallenterebbe molto la disponibilità delle fotografie perché prima dovrei far registrare il soggetto nel sito, poi dovrei chiedergli di scegliere le foto, poi dovrei iniziare a sistemare le foto e avvisare di quando sono pronte. Se ciò accadesse in maniera uniforme nell’arco dell’anno si potrebbe fare, ma tutto ovviamente succede nei primissimi giorni dopo ogni fiera. Alla fine i soggetti pubblicano le anteprime e, quando arriva la foto ritoccata, rimane in un cassetto.
Così va a finire che il mio profilo instagram presenta molte collaborazioni su foto scattate senza ritocco e questo abbassa notevolmente la qualità di quello che dovrebbe essere un importante biglietto da visita. Probabilmente dovrei limitare le collaborazioni, soprattutto per chi sceglie di postare le foto non post-prodotte, cioè quelle senza firma.
Nel mio sito ci sono delle “stelline” per scegliere le foto favorite da ogni soggetto: a volte non sono usate, a volte sono abusate, quindi non posso usarle per scegliere cosa postprodurre. L’unica cosa che posso fare è mettere questo tipo di richieste a pagamento per capire chi è interessato realmente ad avere una mia opera firmata. Sia chiaro: odio lucrare sulla fotografia e odio dover sistemare foto a comando, ma è l’unico modo per aumentare la qualità dei miei scatti senza dover essere strattonato dai soliti “amici” che ti fanno diventare matto e poi spariscono fino alla fiera successiva.
Altro problema: “ciao nel [1492] mi hai scattato una foto con il cosplay di [Cristoforo Colombo], vedo che non sono più online, non è che me la passi via mail?” Avete idea di quanti mesi di fotografie ci stanno in 1 Tb di spazio web, e quanto costa tenerlo attivo per anni? Domanda di riserva: avete idea di quante persone vestite da [Cristoforo Colombo] ho scattato nel [1492]? Quanto tempo pensate ci metta a trovare la vostra foto?
Al momento il sito vi da possibilità di vedere e scaricare le foto per due settimane. Se arrivate tardi dimostratemi che vi interessano veramente e supportate il mio lavoro.
Ovviamente questo discorso vale solo per le fiere. Per i set individuali è andata come tutti gli anni: ho espresso il desiderio di scattare foto di varia natura e sono stato regolarmente disatteso tranne pochissime eccezioni.
L’unico set in esterna che avevo pianificato l’abbiamo fatto nonostante la pioggia. Ringrazio ovviamente il soggetto che si è reso disponibile in quell’occasione.
Avrei voluto scattare Magia Beizer di Mahou Shoujo ni Akogarete, un set di coppia di Re:Zero, una Harley nella versione Suicide Squad Isekai, pure un’Angel Dust come si deve, fare foto alle cascate, nei boschi e molto altro.
Anche in questo caso inizio a pensare sia inutile lavorare in TF su progetti che non mi interessano. Qui i casi sono due, o mi metto a rifiutare i set che non mi interessano o mi faccio pagare per farli. Ma passione ed entusiasmo non si comprano con qualche euro, almeno io non ci riesco, al contrario di molti altri…
Un’ultima curiosità: un social network mi ha chiesto di mettere la descrizione delle mie fotografia per renderle fruibili ai non vedenti. Non so se ridere o piangere: la fotografia è un’arte visiva, come potrei rendere in parole quello che una sfumatura di colore, un riflesso o uno sguardo rende speciale? Che ci scrivo: “un’immagine vale più di mille parole”?
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