La vecchiaia è un difetto

Sabato 18 Febbraio 2023

Un articolo del Sole 24 Ore intitolato “Boomer, una generazione che non passa il testimone” afferma che i vecchi comandano il mondo e non ne vogliono sapere di lasciare il timone alle generazioni successive. L’autore porta come esempi personaggi quali Putin (1952), Draghi (1947), Xi Jinping (1953), Erdogan (1954), Biden (1942) e molti altri. In realtà questo articolo non dice niente di nuovo e probabilmente nemmeno si preoccupa di capire a fondo quale sia il pensiero dei giovani riguardo a questa situazione.

Possiamo averne un assaggio guardando South Park, in particolare l’episodio 1 della serie 14 intitolato “Sexual Healing” che racconta di come gli abitanti della piccola cittadina di Cartman e amici scoprano che i vecchi con soldi e potere fanno sesso ad ogni occasione. Questo pensiero è sicuramente più rappresentativo delle idee dei giovani: insomma l’unico modo valido di trasferire l’eredità dalle vecchie generazioni alle nuove è diventare una sugar baby, insomma le badanti del terzo millennio.

Sono certo che un giovane che mi sentisse accostare il Sole 24 Ore a South Park rimarrebbe disorientato e porrebbe una domanda ovvia quanto stupida: “quanti anni hai?” Sono certo che rispondere un qualsiasi valore maggiore di trenta, significhi perdere immediatamente l’attenzione dei millennials e di tutte le generazioni successive. Se sei considerato vecchio il tuo apporto alla discussione non ha alcun valore a prescindere dall’argomento trattato. Se sei un maschio che parla con una femmina ci stai provando sessualmente.

Che nessuno si illuda che la recente assoluzione di Silvio Berlusconi abbia ridato credito ad una generazione che dovrebbe trovarsi parcheggiata in una casa di riposo a giocare a Pacman con un bicchiere di pilloline colorate.

Il modo di pensare dei giovani l’abbiamo creato noi, gli abbiamo comunicato le nostre idee nel modo più sbagliato possibile, mostrandogli quanto diamo importanza ai beni materiali ma scordandoci totalmente i valori morali di cui andiamo tanto fieri e che in realtà siamo i primi a rinnegare. Abbiamo insegnato loro che il sesso viene prima di tutto, in qualsiasi forma di genere e orientamento, tranne quando si parla di età. In tutto questo, dell’amore nemmeno un accenno. Abbiamo tolto a queste generazioni la capacità di riparare, spiegando che ciò che è vecchio va gettato e riciclato.

Lo si vede nei fatti: la protesta dei giovani è sempre una critica fatta con vernice sui quadri, risse in piazza e atti dimostrativi che nulla hanno a che fare con gesti d’amore volti a riparare ciò che abbiamo e costruire un mondo migliore. Tutti pronti a seguire Greta Thunberg per rimproverarci su cosa è sbagliato e cosa non fare, ma non una parola sulla via giusta da seguire. Vi ricorda qualcuno? Trattavano così anche noi e la storia si ripete.

Quindi come non compatire i boomers che si aggrappano disperatamente all’ultima zattera allo stesso modo dei giovani che li guardano con il dito medio alzato, ma senza curarsi di chi abbia il timone.

In breve: chi dice “con i vecchi non ci parlo” rifiuta semplicemente il suo stesso futuro.


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