Grossi guai a Cosplay Town

Giovedì 01 Settembre 2022

Sono nel mondo delle fiere cosplay da una vita e devo dire che negli ultimi tempi si fa sempre più insistente una brutta sensazione: le cose stanno cambiando, e stanno cambiando in peggio.

Potrei dire che ci sono due enormi iceberg in arrivo, ma l’impatto è già avvenuto e quindi forse è il caso di pensare subito a cercare una via di salvezza. Il primo come potete ben immaginare è stato il COVID, che con i suoi lockdown e con le sue incertezze nel migliore dei casi ha reso impossibile pianificare le fiere per molti organizzatori. Per alcune realtà è stato un danno economico mortale che ha portato al cambio di gestione di molti importanti eventi. Ne ha tratto vantaggio il mondo dei videogiochi, d’altronde stando a casa si poteva comunque usare la propria console preferita e guardare twitch. Un esempio? Cartoomics mangiata dalla Games Week. Uso il termine “mangiata” non a caso, e se ci siete stati penso che possiate confermare la cosa. Qualcuno dirà, “oh, vabbè: faccio i cosplay di Genshin Impact e Legue of legend, chi se ne frega di manga e anime”. Posso anche accettare una considerazione del genere nonostante il mio cuore sia sempre dal lato di artisti e disegnatori della carta stampata piuttosto che di quelli digitali, ma vorrei ricordare che per il mondo del gaming esiste una necessità fondamentale che il mondo dei fumetti non ha. Lascerei a voi un minuto per pensare a quale sia la risposta di questo indovinello, ma la strada è ancora lunga, quindi senza indugio ve lo spiego: l’elettricità. “Quindi ci vuoi dire che adesso con la guerra e il caro energia sarà tutto più costoso?”

In realtà no, quello è troppo ovvio. Ma una fiera dove devi vendere i videogiochi non si fa all’aria aperta, si fa in un capannone. Quindi se una società che ha questo core business compra le fiere del fumetto le porterà sempre di più dentro location dove può allestire gli spazi da gaming, spazi che spesso non sono ottimali per vivere la giornata come cosplayer ne tanto meno per fare foto e video di qualità.

Come se non bastasse arriva il secondo iceberg: il fotografo entusiasta è in via di estinzione. Che cosa significa? Per farla breve significa non ricevere più foto in fiera. Mi spiego meglio: in fiera chi fa fotografie e video spazia dal completo neofita al super fotografo professionale con spazio dedicato e macchina del fumo. La vita di un fotografo solitamente percorre tutta questa traiettoria: si parte con tanto entusiasmo, poca esperienza e molta goffaggine e se si persevera, si arriva ad essere “lo spiderman di quartiere della fotografia”, quello che tutti conoscono, sanno chi è e come contattarlo e che non nega una foto a nessuno.

Questo è quello che chiamo “il fotografo entusiasta”, e per anni è stato un traguardo per molti di noi: la bellezza di essere riconosciuti, salutati e apprezzati da tutti gli amici che incontri in fiera. Qui entrano in gioco i social: seducono i fotografi verso una fama virtuale fatta di likes e followers e spingono i cosplayers a concentrarsi sui selfie, video di tiktok, streaming, e monetizzazioni varie.

Mentre il sottobosco dei “tizi con la macchina fotografica in mano” si riempie di parassiti di vario genere, il fotografo entusiasta è in equilibrio sempre più precario perché, dal lato opposto mentre lui scatta solo per passione, trova sempre più cosplayer che preferiscono scegliere il fotografo a pagamento. Più un servizio è costoso più è bello e professionale, almeno è quello che molti danno per scontato e continuano a farlo anche quando dalle retrovie si sente qualcuno urlare “il re è nudo”, ma si: tutta invidia.

Sta di fatto che “il fotografo entusiasta” non è più un traguardo ma un punto intermedio verso il professionista che giustamente desidera distinguersi dagli altri, avere i suoi spazi, magari uno stand in fiera e monetizzare il suo lavoro, visto che non è possibile farlo su OnlyFans come la controparte in cosplay. Peccato che uno stand in fiera di una decina di metri quadri è un costo insostenibile per chi pensa di fare concorrenza lealmente a chi quello spazio lo ha gratis.

Quindi in fiera questa categoria va ad estinguersi preferendo opportunità dedicate in location migliori. Eventi che per ovvi motivi sono a numero chiuso e quindi creano un confine tra chi ha i requisiti per partecipare e chi no.

In conclusione ritengo che il binomio cosplayer-fotografo che è sempre stato il motore delle fiere si sia definitivamente rotto. Il cosplayer sta migrando verso una presenza sempre più virtuale e il fotografo serio ha sempre meno interesse nel recarsi in fiera essendo considerato al pari di qualsiasi altro visitatore.


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