Faccio una piccola premessa: quando ho iniziato a informarmi riguardo al 110% una delle mie preoccupazioni era che le risorse potessero terminare durante il corso dei lavori. Le persone con cui discutevo sostenevano che i fondi non potevano finire perché era un credito d’imposta, ovvero uno sconto sulle tasse da pagare nei prossimi anni. Ad esempio, supponendo che per ristrutturare una casa siano necessari circa centomila euro, si sarebbero ottenuti sconti sulle tasse nei dieci anni successivi per ben centodiecimila euro! Molte persone però non sono sufficientemente ricche né per poter usufruire di questo sconto né tantomeno per tirare fuori subito tutti i soldi necessari. Per evitare che solo i facoltosi potessero avvalersi di questo aiuto, lo Stato ha introdotto la cessione del credito, cioè la possibilità di “regalare” il tuo credito d’imposta ad altri soggetti. Cosa mai potrebbe andare storto?
Tutte queste belle pensate hanno contribuito a trasformare il mondo dell’edilizia in un luna park, con aziende che nascono e falliscono da un anno con l’altro e prezzi senza freni.
Oggi Wired, Sky e altre testate giornalistiche ci informano che “sono finiti i fondi per le agevolazioni”. Ma se era un credito d’imposta?
Continuando nell’articolo si legge che sono stati superati i 33 miliardi di spesa previsti fino al 2027. Insomma, lo Stato ha sperperato le tasse che avrebbe dovuto incassare nei prossimi cinque anni. I proprietari di fabbricati si sono indebitati per anticipare il credito e le banche si son prese capre e cavoli.
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