La scuola e il lavoro

Mercoledì 09 Febbraio 2022

Alcuni studenti sono scesi in piazza per protestare contro l’alternanza scuola lavoro a causa della morte di un ragazzo. E’ sicuramente giusto protestare per ribadire il concetto che non si può rischiare di morire a scuola. Certo, ogni anno muoiono 200 studenti per atti di bullismo causati dai loro compagni, ma non si può scendere in piazza contro se stessi, no? Comunque il ragionamento degli studenti non fa una piega: se mi stanno insegnando a cucinare e mi scotto, i corsi di cucina vanno aboliti e quando avrò fame andrò al ristorante. Non ci è dato sapere dove avrà imparato a cucinare il cuoco.

Lo scopo della scuola è quello di rendere i giovani autosufficienti in tempi congrui. Oggi è un parcheggio per nascondere i disoccupati all’ISTAT. Se va bene si arriva a 30 anni a mettersi l’alloro in testa e poi si entra nel mondo del lavoro con un curriculum che recita più o meno così: non so allacciarmi le scarpe ma ho una manciata di lauree, accetto solo posto da dirigente strapagato.

E una situazione del genere la capisco perfettamente: se non si entra nel mondo del lavoro a 20 anni, non si può accettare di andare a pulire i cessi del Mac Donald a trenta. L’alternanza scuola lavoro potrebbe essere anche solo un palliativo, ma la malattia da curare è una popolazione costituita in buona parte da pensionati che pretendono di essere mantenuti da una classe di giovani lavoratori che non esiste. Una mostruosità che i lavoratori affrontano ogni giorno, e quando toccherà a voi potranno solo dirvi: “fuggite sciocchi”.


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