Odio e amore tra fotografi e cosplayers

Lunedì 28 Settembre 2020

Dopo l’ennesimo evento in cui ho visto alcuni fotografi avere atteggiamenti fastidiosi ho iniziato a chiedermi se in realtà non fossi io particolarmente intollerante. Quindi ho voluto proporre a cosplayers e fotografi un piccolo sondaggio per capire quali sono gli atteggiamenti più inopportuni che hanno vissuto. Ecco che cosa è emerso...

Pensate che i problemi nascono già molto prima di scattare: parliamo dei bidonari. Questa categoria racchiude quei cosplayer e fotografi che dopo essersi accordati per il set disdicono tutto senza preavviso, o peggio non si presentano nemmeno. Il loro comportamento da indirettamente origine ad una seconda categoria, ovvero quelli che “tutto fa brodo”: per loro è semplice, se il fotografo scelto non è disponibile iniziano a cercare un ripiego. Insomma, non gli interessa chi sei o come scatti, non gli interessa cosa vorresti scattare, basta che scatti.

Se questo non basta a ferire l’autostima di chi crede di distinguersi per il suo stile, c’è sempre pronta una seconda umiliazione che si concretizza quando si scopre che il cosplayer con cui si è scattato gratuitamente paga il lavoro di altri fotografi. I cosplayer che “certo che pago, ma non te” riescono a far vacillare la determinazione di molti appassionati dediti alla gratuità.

Non è che i cosplayers siano più fortunati: capita il “fotografo con sorpresa” che ti fa le foto con cura e ti dice di contattarlo per averle. “Dove sta il problema?”, direte voi. Beh, che quando lo contattate vi chiede soldi, cosa che aveva accuratamente omesso di specificare prima. La legge del contrappasso vuole che un giorno lui vi darà le foto gratis e voi le metterete sul vostro onlyfans.

Comunque prima o poi le foto si fanno e in questo c’è una cosa che accomuna le lamentele di cosplayers e fotografi, ovvero “i parassiti”: si tratta di fotografi che spuntano all’improvviso mentre stai scattando con il tuo soggetto, sfruttano il momento in cui punti il pannello riflettente. Scattano posizionando l’inquadratura esattamente dietro il tuo orecchio destro. Solitamente agiscono in branco e se non stai attento ti si mettono anche sopra e davanti e iniziano a dirigere loro il cosplayer cancellando definitivamente la tua esistenza.

Non molto differente dall’atteggiamento dei parassiti è quello dei “fotografi da zoo safari”. Questo genere di fotografi è facilmente riconoscibile per il lungo obiettivo e la tendenza a muoversi in gruppo. A differenza dei parassiti, questi hanno l’abitudine di rimanere a distanza e non interferire con il mondo circostanze. Loro scattano, non importa che tu li stia guardando, non importa che tu sia in posa, non importa che tu stia mangiando o ti stia sistemando il costume. La loro arte si chiama street photography ed enfatizza la naturalezza dei soggetti, in particolare del loro fondo schiena.

A volte capita che una cosplayer un pò timida rimanga lontano dal branco. In tal caso il fotografo più veloce ha la meglio sulla preda. L’attacco avviene in vari modi che ci consentono di distinguere la categoria del predatore. Gli più giovani e inesperti non sanno come gestire la loro preda e provano ad avvicinarsi sempre più fino a toccarla con la scusa di metterla in posa. Poi i tocchi si fanno più insistenti e prolungati fino a che non siano riusciti a soddisfare completamente la loro fame. I fotografi de “la tocco piano” non sempre si ricordano di scattare. L’esatto contrario avviene a cura dei fotografi “kamasutra”. Questi sono esperti, sono convinti di conoscere perfettamente il personaggio e per questo motivo decidono loro le pose e si offendono pure se gli fai presente che il tuo personaggio solitamente non tiene la spada infilata tra le gambe.

Il branco e salvezza, ma è anche disperazione, soprattutto se il branco è un raduno di cosplayers tutti della stessa serie e ti ha visto. Sono in cinque, uno è fatto bene, uno indossa una scatola di cartone come elmo, l’altro ha scritto il nome del personaggio sulla maglietta, uno e in versione casual e l’ultimo è l’amico in borghese che vuole fare comunque le foto con gli altri, in coppia, a gruppi di tre ma in una decina di pose diverse che ti fanno vedere sul cellulare. Numero di foto stimato: cinque fattoriale ovvero centoventi ma solo se nessuno esce con gli occhi chiusi. In queste situazioni a volte i fotografi si fingono ciechi: si infilano nel mucchio scattano solo al personaggio che ha destato il loro interesse e ignorano tutto il resto senza mai guardare negli occhi il resto del branco. Non finirà bene. Se mi permettete un consiglio: l’unica possibilità è la raffica, ma non per scattare tutti velocemente, solo per riempire la scheda SD e scaricare la batteria. Se ne avete portate altre gettatele appena li avvistate.

Ci sono anche fotografi “erbivori” che mansueti pascolano per la fiera inconsapevoli dei pericoli nascosti. E qui entrano in scena i cosplayers predatori. Inizialmente sembrano normali e attirano il povero fotografo con un sorriso accattivante e costumi succinti. Si scattano le prime foto e in un attimo sorridendo sferrano il loro poderoso attacco: “me la fai vedere?”. “Certo” risponde il fotografo. E’ la fine: “Allora, in questa mi metti un pò di photoshop qui che si vede troppo il naso, in questa riesci a sistemarmi la parrucca, questa cancellala, questa va bene ma non pubblicarla, adesso fammene altre due a mezzo busto e una dietro che si deve vedere il lavoro del costume e....”

A volte il fotografo sopravvive e si trascina a stento verso l’uscita. Suona il cellulare. E’ lei: “Hai fatto? quando me le mandi?”

Ma non importa che tu sia fotografo o cosplayer se appartieni alla categoria “è stato bello ma tra noi è finita”. Insomma, avete scattato delle foto insieme, siete tornati a casa e… nulla. Siete un fotografo, avete pubblicato le foto e… nulla. Siete un cosplayer, state ore a vedere sui social se passano le vostre foto e… nulla.

Meno triste è la fine degli appartenenti alla categoria del “ciao e grazie”. Con loro ci si ritrova sui social e al fotografo non resta che dire “eccoti le foto, qui ci sono le anteprime, fammi sapere cosa ti piace che te la sistemo”. Dieci minuti dopo è tutto online, ciao e grazie, appunto.

Non confondiamo questa categoria con gli amici dell’ “apprezzo il tuo lavoro”. Questo genere specifico di cosplayers si vede consegnare la foto in un tempo congruo, dopo che il fotografo ha eseguito un’immane post-produzione spianando brufoli, passanti finiti casualmente nell’inquadratura, correggendo colori infelici e aberrazioni cromatiche. E’ tutto molto bello finché non la vedi là in bella mostra sul loro profilo. La foto online non è esattamente come gliel’hai data: filtro instagram clareidon2000, saturazione a mille, raggi laser dagli occhi e dissolvenza alla “thanos”. Didascalia: “lo ringrazio tantissimo, questa foto è magnifica, è stato bellissimo scattare con lui: nome fotografo”.

Ma consolatevi: per la legge dello scambio equivalente, nello stesso momento un fotografo ha consegnato ad un cosplayer una foto con pelle spianata, colori slavati, effetto sfocato ovunque tranne che sulle sopracciglia.


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