Sapevatelo: fotografia di ritratto e cosplay

Lunedì 30 Dicembre 2019

Avrei voluto fare un video per trattare queste cose ma il buon vecchio blog è sicuramente un posto più adatto a me, quindi eccomi qui. Questo post ha lo scopo di fornire informazioni su diritti di cosplayer e fotografi partendo dalle classiche domande e affermazioni che spesso si fanno nell’ambiente. Scoprirete che non è tutto così scontato come sembra.

Prima domanda: di chi sono le foto? La risposta è che sono di chi le paga (legge 633/41 art. 88). Tra l’altro se avete pagato le foto vi spettano tutti i raw. Se invece sono realizzate a titolo gratuito è necessario accordarsi per rispettare tre cose: il diritto all’uso dell’opera fotografica che spetta al fotografo, il diritto d’immagine e di privacy che appartengono al soggetto ritratto (art.96 e GDPR). Quindi va fatto un contratto (liberatoria) per essere sicuri di essere autorizzati ad usare le foto.

Il soggetto era in posa quindi mi ha autorizzato. Autorizzato a scattare, ma mica a pubblicare. Anche nei paesi dove la legge definisce l’autorizzazione allo scatto, questa comunque non coincide con quella alla pubblicazione.

La foto l’ho fatta in fiera quindi posso pubblicarla senza consenso. Falso: l’articolo 97 dice che è possibile pubblicare una fotografia “collegata a fatti svoltisi in pubblico”. Cosa che non è vera nel caso di un ritratto. Tra l’altro in ogni caso resta sempre da tutelare la privacy di un soggetto riconoscibile.

Nessuno mi vieta di scattare una foto. Non è del tutto vero. E’ assolutamente vietato fare foto di nascosto, e vale anche se non si viene notati dal soggetto. Si tratta di reato di molestia ed è previsto anche il sequestro del materiale realizzato (Cass. sent. n. 9446/18 del 1.03.2018).

C’è poi da dire che scattando una foto acquisisco dati del soggetto e quindi devo vedermela anche con la privacy. Questo significa che devo eseguire una notifica, cioè informare il soggetto a cui scatto la foto, anche se raccolgo dati in forma anonima, cioè se non lo conosco. Se poi voglio pubblicare la foto devo sapere chi è il soggetto e quindi devo proprio fare un trattamento dati come si deve.

Ma se la foto è su facebook la può usare chiunque. Falso. Quando carichiamo una foto su un social, questo acquisisce il diritto all’uso della nostra fotografia per i suoi scopi, ma non significa che poi chiunque possa farne ciò che vuole anche se purtroppo capita spesso che vengano prese e portate su altri siti.

Capite quindi che dietro queste quattro considerazioni si apre un mondo di possibili contestazioni: soggetti che non ritengono più “dignitoso” avere posato in cosplay e quindi a distanza di tempo chiedono il ritiro di una foto già pubblicata. Altri soggetti che prendono foto realizzate gratuitamente, le stampano, le vendono o le mettono su Patreon. Fotografi che non consegnano le foto per cui sono stati pagati o che le pubblicano sulle loro pagine pur non avendone più alcun diritto. Fotografi seri che si trovano nei guai perché purtroppo un soggetto era minore e non erano presenti entrambe i genitori. Fotografi meno seri che se la cavano postando foto di tette e culi perché in quel caso il soggetto non è riconoscibile.

In conclusione per quanto uno cerchi di fare le cose in maniera onesta c’è sempre l’incidente dietro l’angolo, chi invece se ne approfitta e butta tutto quello che scatta sui social ha molti problemi in meno e guadagna anche più visibilità.

Io mi chiedo se tutti questi anni passati a fare foto e a sbattere la testa contro la burocrazia non siano sufficienti. Doppiamente scattando gratis.


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