Di questi post c’è pieno internet. Probabilmente la TRE-Wind, Vodafone e Tim si accordano con le riviste del settore per farsi pubblicare articoli elogianti le loro offerte che, al netto di piccole differenze, costano tutte intorno ai 25 euro/mese.
Lo stesso vale per le finte connessioni in fibra ottica, da poco sanzionate dall’autority perché nonostante i nomi altisonanti quali “iper”, “super” e “mega”, si finisce poi a farsi collegare il solito vecchio doppino di rame.
Sono stufo di paroloni e acrobazie con le unità di misura tra “megabit”, “megabyte” per aggiungere qualche zero virtuale ai grandi numeri della velocità dichiarata. Sono altrettanto stufo di sentir parlare di fatturazione a quattro settimane, mese solare. Ci manca solo che fatturino seguendo il calendario Maya e siamo a posto.
Gli operatori vendono il servizio su fibra ottica, HTTC, ADSL o 4G a prezzi diversi solo per il fatto che l’infrastruttura è diversa, ma le prestazioni in realtà dipendono dalle limitazioni impostate senza informare l’utente per evitare di congestionare la rete. Così l’offerta “unlimited” diventa inutilizzabile dopo i primi TOT giga perché limitata a 6 kb/s.
L’utente non ha bisogno di sapere con quale tecnologia gli porti il segnale in casa: basterebbe avere sempre in chiaro la banda minima garantita in upstream e in downstream e la certezza di un buon ping, fine.
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