Qualcuno può pensare che non ci siano particolari differenze a chiamare un'immagine "fotografia" oppure "opera fotografica", ma in realtà sono cose molto diverse. Questo è vero anche dal punto di vista legale, che però non verrà trattato in questo post.
L'opera fotografica, al contrario della normale fotografia, mostra l'abilità e la creatività del fotografo, ad esempio con una particolare scelta dell'inquadratura o del momento che ha colto. Per questo motivo non si può dare per scontato che un ritratto realizzato in studio sia un'opera fotografica o che una foto scattata con un cellulare non lo sia. Tutto dipende dalle capacità del fotografo.
Esiste però un ulteriore passo avanti per sottolineare la creatività del fotografo rispetto alla banalità di una normale fotografia. Nel momento in cui la fotografia è studiata a tavolino e creata appositamente per comunicare un messaggio si può iniziare a parlare di fine art photography. Oggi è molto più semplice arrivare ad un risultato "fine art", soprattutto quando ci si avvale dell'elaborazione digitale, anche se non è indispensabile.
Per questo non basta acquistare attrezzature costose, firmare le proprie fotografie e usare photoshop per creare opere fine art.
Realizzare una normale fotografia porta raramente ad esiti disastrosi, credersi un'artista rincorrendo la fine art mette subito a nudo la propria banalità.
Questa è in primis una mia autocritica ed è anche ciò che mi spinge a cercare sempre meno lo scatto d'autore e ad accontentarmi di fare fotografie, magari tecnicamente belle, ma senza nulla da aggiungere.
Mi consolo però sapendo che il pubblico normalmente non riconosce le differenze che vi ho spiegato oggi e si limita a guardare distrattamente il soggetto al centro dell'inquadratura. (L'opera riprodotta appartiene ad Alicia Savage)
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