Il bello, il volgare e il proibito

Lunedì 07 Luglio 2014

Ciao a tutti, in questo periodo avrei veramente tante cose importanti da scrivere, in particolare per quanto riguarda le scelte che intendo portare avanti nel settore della fotografia. Parlare di come la gente normalmente interpreta una fotografia è sicuramente il primo passo per farvi capire le mie prossime decisioni.

L'altro giorno in una fiera vedo un particolare cosplay di Stockings: per chi non lo sapesse si tratta di un personaggio di un anime dai contenuti sessualmente espliciti. La cosa che mi ha colpito di questo cosplay è che era molto più casto dell'originale: gonna più lunga, calze meno aderenti, scollatura inesistente. Ero sempre stato abituato alla situazione contraria; ovvero in cui il cosplayer (o sarebbe meglio dire la cosplayer) utilizza una versione particolarmente sexy di un personaggio che non lo è, per riuscire ad attirare l'attenzione, in particolare quella dei fotografi. Guarda caso subito dopo passano delle sexy pokemon...

A fine giornata ho portato a casa il 55% di foto maschili, e nel femminile, ho evitato sia le cosplayer troppo succinte sia quelle troppo caste perchè in entrambe i casi non le ritenevo adatte a rappresentare il personaggio che interpretavano.

Mi chiedo: avevo forse paura di scattare una foto volgare? O semplicemente di cadere nella banalità di pensare che, per fare una bella foto, il soggetto dovesse essere sessualmente accattivante?

Probabilmente sono semplicemente stufo di scattare pensando entrambe le cose.

Ma quello che veramente mi da noia è l'idea che qualcosa possa essere volgare a prescindere dall'interpretazione del fotografo. Mi spiego meglio: vedo spesso cosplayer indossare abiti succinti e abbinarli con un paio di calzoncini nascosti sotto la gonna. Non trovo coerenza in questa scelta. Un buon fotografo può scattare da qualsiasi angolazione e far comunque risultare la foto dolce ed elegante, sfruttando magari la prospettiva o una particolare luce per nascondere ciò che in quel contesto è giusto non vedere. Pensare invece che in fotografia non si notino le spalline trasparenti, lo scotch sui seni o altre strane trovate è pura utopia: si butta solo via tempo a realizzare scatti mediocri. Se un fotografo vuole realizzare una buona opera non può transigere su certi dettagli. E' più facile rendersi volgari pensando "beh, tanto ho sotto i braghini" piuttosto che fermarsi un attimo a cercare la giusta posa per scattare una buona foto.

Il dito per questa situazione non va puntato solo contro chi fa foto di nascosto alle fiere, ma anche con chi non è disposto a pagare il prezzo necessario a esibirsi con il cosplay che lui stesso ha scelto.

Fino ad ora non ho speso una parola sulla post-produzione, ma sarebbe impossibile ometterla da questo discorso. Una fotografia senza post-produzione riflette la realtà e la realtà è una sola. Alterare una fotografia è sicuramente il modo più facile per distinguere la propria interpretazione dalle altre. Quando la post-produzione include il fotoritocco è possibile ad esempio sostituire uno sfondo costituito da degli antiestetici cassonetti con un magnifico paesaggio. A volte lo sfondo scelto è così bello che nessuno fa più caso al soggetto, alla sua posa e alla sua espressione. Non posso che fare i complimenti al fotografo: ovviamente a quello che ha realizzato il paesaggio. Dall'altro lato, se scegliamo un fotografo che sia in grado di renderci sempre più simili al cosplay che stiamo interpretando possiamo essere soddisfatti. Magari un giorno noi fotografi saremo così bravi che i nostri scatti saranno identici agli originali e a quel punto forse nemmeno il cosplayer ritratto sarà in grado di riconoscere se stesso in quella immagine. E' questa la nostra ambizione? E' questo ciò che consideriamo "bello"?

E poi ci sono quei fotografi "volgari" a prescindere, come me che faccio foto shibari e ora che lavoro per Cosplay Deviants ancora di più. Per questo motivo qualcuno ha dei pregiudizi nei miei confronti, ma non posso che sorridere quando vedo poi le stesse persone posare mentre si afferrano i seni con le mani, indossando outfit che non lasciano spazio all'immaginazione. Niente da obiettare: è giusto che ognuno sia "volgare" nel modo che preferisce.

In realtà nulla di tutto questo mi da fastidio. Ciò che veramente odio è quando il mio lavoro viene ignorato: quando penso di aver realizzato qualcosa di importante e il soggetto ritratto nemmeno si cura di guardarlo perchè non lo metto su facebook o, se finisce su facebook, sfila in silenzio in una bacheca con mille altri post, mentre poco più in là una foto mediocre ma del "soggetto giusto" viene osannata da tutti.

E' fare la foto alla persona giusta che rende una foto "bella"?

Ne posso solo dedurre che sia impossibile dare un valore all'opera realizzata indipendentemente dal soggetto ritratto. In breve: la gente pensa ciò che è gratis non abbia valore. Questo vale per un'esibizione musicale in strada, per un panino in un fast-food e ovviamente anche per una fotografia.

Oggi siamo tutti fotografi che saltellano tra il bello ed il volgare. E' molto più facile scattare "con quello simpatico", "con quello serio", "con quello vip", "con quello che fa bene la post", "con quello che ha l'ottica da millemila euro", con "quello che usa tre stativi" piuttosto che cercare semplicemente "quello giusto".

Io preferisco mantenere la mia rotta, continuare a migliorare affrontando la volgarità con una tecnica in grado di far capire a chi guarda che in primis è il fotografo a fare la differenza, con e senza fotoritocco. Non nego i miei errori, ma guado avanti verso tutti coloro che, provando in prima persona a lavorare con me, sono così entusiasti del risultato da avermi scelto ancora e ancora per essere rappresentati dalle mie fotografie.

Concludo porgendo le mie scuse nel rendermi conto che, dopo quanto detto, il mio motto "una foto per tutti" non mi rappresenti più: oggi "tutti hanno una foto" e io non desidero più che le mie siano una goccia nel mare. Quindi o mi riconoscete e mi scegliete perche volete una MIA foto, perchè da ora "una mia foto non è per tutti".


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