La fotografia oggi

Venerdì 08 Febbraio 2013

A volte i fotografi decidono di pubblicare le loro fotografie così come escono dalla macchina fotografica. Sono stato spesso d'accordo con questa scelta perchè non è sbagliato pensare che l'abilità di un fotografo non stia nella post produzione. D'altra parte tutti sappiamo che un buon fotografo non usa quasi mai la macchina fotografica in "auto" perchè vuole la libertà di decidere esattamente quello che la foto deve mostrare. E quindi perchè comandare la propria macchina alla perfezione in fase di scatto e poi lasciare in automatico tutte le conversioni che avvengono comunque prima della visualizzazione del prodotto definitivo?

Nasce così una seconda scuola di pensiero che accetta la postproduzione limitata alla calibrazione dei livelli e poco più. Quel "poco più" poi diventa un brufolo sul viso, un filo della luce, un ignaro passante, un cielo troppo bianco...

In ogni caso cerchiamo di rendere il nostro lavoro fotografico un'opera di cui andare fieri e per questo poi la vogliamo mostrare a tutti.

Così facendo però non ci rendiamo conto che ne paghiamo un prezzo notevole. Su facebook ad esempio, distribuiamo una foto che qualitativamente è circa un decimo dell'originale e che verrà vista su monitor con una resa cromatica discutibile; senza contare che dopo pochi giorni la nostra foto finirà nascosta dietro mille altre. Nonostante questo gongoliamo del ringraziamento del soggetto ritratto e di tutti i commenti che riceviamo.

Durante il 2012 ho sempre offerto gratuitamente gli originali di tutti i lavori che ho prodotto, maturando in realtà la consapevolezza che ben pochi soggetti sono interessati ad averli.

Anche la copia in mio possesso non ha vita migliore: gli scatti realizzati in fiera purtroppo non sono quasi mai accompagnati da una liberatoria rendendo complicata la possibilità di proporli in una mostra.

Alla luce di quanto appena detto, mi chiedo quindi quali siano le reali motivazioni dei fotografi che continuano a scattare alle fiere.

La gratificazione personale è sicuramente il più nobile, ma sicuramente è anche il più fugace. In questa categoria ho sicuramente molti buoni amici.

La ricerca di notorietà è buona cosa, ma per ottenerla sappiamo tutti che contano quei soggetti che, una volta taggati su facebook, ci offrono un pubblico di migliaia di persone. Anche in questo caso potrei fare il nome di qualche fotografo.

Sarà forse il piacere maniacale di avere un soggetto ammiccante davanti all'obiettivo? E qui direi che basta guardare certe foto per capire chi appartiene a questa categoria.

Rimane la categoria di quelli che hanno come movente il vile denaro, dai quali ahimè non posso esimermi.

Ma in fondo questo è l'unico espediente che ho trovato per proteggere le mie opere dalla massificazione e banalizzazione a cui facebook in primis ci ha abituato.


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