Il senso della vita

Mercoledì 16 Luglio 2008

Capisco che iniziare un post con questo titolo vi predisponga a pensare che sto per iniziare un lungo discorso probabilmente di scarso significato. Spero di smentirlo immediatamente. Per queste righe ho pensato a Eluana Englaro, a Piergiorgio Welbi ma anche a molti altri...

D'un tratto tutti i personaggi dotati di una bocca (Bagnasco, Celentano...) hanno parlato: "Eluana deve vivere", "Eluana deve morire". Purtroppo loro non sono Dio, nonostante qualcuno probabilmente ne sia convinto; e in ogni caso la fede non ha leggi e da nessuna parte è scritto che la morte sia qualcosa di negativo che va evitato a tutti i costi...

L'Italia però di leggi ne ha molte, anzi troppe, ma per queste cose ne basterebbe una chiara che, ovviamente, non c'è. Ma se ci fosse suonerebbe così: "un individuo che non è in grado di provvedere autonomamente ai propri fabbisogni, nei limiti delle sue possibilità, e non abbia dichiarato espressamente la sua volontà al protrarsi della propria esistenza in condizione vegetativa, delega implicitamente questa scelta al suo parente più prossimo".

Una cosa del genere non solo risolve immediatamente il problema, ma sostituirebbe degnamente anche la legge sull'aborto. Infatti una madre a tutto il diritto di gestire il figlio dentro di se come desidera almeno fino al momento del parto. In seguito, se il bimbo respira ed è in grado di nutrirsi ha tutto il diritto che la sua vita venga tutelata come quella di chiunque altro.


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