Ciò che è meglio non sapere di internet

Sabato 15 Marzo 2008

“Io navigo in Internet”...  “Pedofilo!”. Ultimamente, questa associazione di concetti è diventata caratterizzante del mondo di Internet. I mezzi di comunicazione e, in particolare la televisione, hanno messo in comune queste realtà senza rendersi conto che associare l’informatica ai problemi sessuali di qualcuno non è certo la strada più sobria per definire un fenomeno comunicativo di queste proporzioni. Ma prima di entrare nel merito o nel demerito delle affermazioni di chi ogni giorno crea l’informazione spettacolo, cerchiamo di capire meglio ciò di cui parliamo.

Quando si dispone di un computer e delle giuste apparecchiature di comunicazione si ha la possibilità di collegarsi con altri sistemi della stessa natura. Seguendo lo stesso principio nascono le reti informatiche e, tra queste, Internet. Per quanto si possa dire ancora molto su come si tira la carretta, tralasciamo noiosi dettagli tecnici e proviamo a paragonare il nostro viaggio virtuale a qualcosa di più tangibile...

Aprendo la porta del suo computer il Sig. Rossi viene catapultato in uno scantinato chiamato provider che sembra arredato come un capolinea della metropolitana di Milano: cartelli pubblicitari da tutte le parti, una panchina deserta, qualche scritta sui muri e molte porte, scale e passaggi luccicanti e colorati. Rossi si ricorda della prima volta che entrò in quella stanza e di quanto tempo perse prima di riuscire a trovare l’uscita: girava da un corridoio all’altro seguendo le scritte luminose e finendo sempre in quel vicolo chiuso con scritto “qui avrai gratis tutto quello che vuoi pagandolo con la tua carta di credito”. Certo, era sicuramente una frase significativa e degna d’interesse, ma fortunatamente Rossi non aveva una carta di credito...

Ora sapeva che correre dietro ai cartelli luminosi era una perdita di tempo e pensava a quello sprovveduto di suo cognato che aveva addirittura pagato per averne uno, posto in qualche altro vicolo che lui non conosceva. Imbocco direttamente quella piccola porticina che aveva trovato per sbaglio cercando un bagno e sbucò direttamente alla fermata del tram. Sotto il portichetto c’erano diverse mappe stradali. Quella dove si recavano tutti era titolata “Altavista” ma c’era spesso un casino tale che per trovare una via ci si mettevano decine di minuti. Decise così di recarsi a vedere quella con la scritta “Yahoo!”. Era affollatissima anche quella, ma il nome gli piaceva di più.

La cosa che lo rendeva inquieto è che per tutto il tempo che aveva girovagato in quel paese non aveva mai incontrato nessuno! Le persone sicuramente erano lì a pochi passi e probabilmente facevano quello che faceva lui, ma non le vedeva. Tutte le volte che consultava quei cartelloni doveva fare a spintoni. Rimanere indietro era sempre causa di lunghe attese e, proprio il fatto di non vedere chi gli passava davanti, gli faceva credere di essere stato tagliato fuori.


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